Province
Solo 22 province su 107 hanno lasciato alle spalle la crisi, più della metà si trova in Campania e Sicilia. Crescite al top del valore aggiunto si registrano a Enna +2,9%, contro la media nazionale del -1,2%. Ma Milano con 49.332 euro a testa si conferma al primo posto per reddito prodotto pro-capite.
E’ quanto emerge dall’analisi sul valore aggiunto provinciale del 2023, una delle tradizionali attività di misurazione dell’economia dei territori realizzata dal sistema camerale. Nel 2023 difficoltà di recupero si riscontrano in particolare lungo tutte le province bagnate dal Mare Adriatico (-1,8%), in Toscana (-2,4%) e nel Triveneto (-2,3%). È soprattutto l’edilizia, grazie alle misure di sostegno governative, a segnare gli incrementi di valore aggiunto più elevati (+12,6%), con punte superiori al 30%
nell’Umbria e in gran parte della Sicilia. In crescita anche l’industria manifatturiera che pure sfiorando solo il 2%, contribuisce in maniera significativa alla ripresa dato il suo peso sull’economia. A fare più fatica è, invece, il comparto dei servizi (-2,7%) su cui pesa la difficile rimonta delle attività
connesse al turismo (-27,2%) con riflessi negativi soprattutto sulle città metropolitane.
Anche sulla scia dei provvedimenti governativi, rileva lo studio di Unioncamere, il comparto delle costruzioni ha recuperato più velocemente le performance (+12,6%). Boom di crescita a Terni che sfiora il +42%. Seguono Perugia (+39,8%) e Messina (+37,6%). Ma nel complesso
tutte le province italiane presentano un trend positivo, salvo Pordenone (-6,7%), Udine (-2,5%) e le province autonome di Bolzano (-0,5%) e Trento (-0,8%).
L’industria manifatturiera cresce dell’1,9% nel 2023, grazie alle buone performance dello scorso anno che si è chiuso con un incremento del 10,2% rispetto al 2022. La ripartenza è sostenuta soprattutto dal Nord Ovest (+ 2,7%) e dalle Isole (+2,3%) e in misura minore dal Centro (+1,8%) e dal Nord-Est (1,5%). Chiude, invece, alla pari il Sud, ma con forti eterogeneità tra i vari territori: dalle buone performance di Matera (+11,9%) a quelle negative di Chieti (-7,1%) e più in generale di tutto l’Abruzzo.
Manca l’obiettivo del recupero del settore dei servizi, che perde il 2,9% di valore aggiunto nel 2023.. Ma anche le attività artistiche e creative (-25,0%) e quelle di supporto alle imprese (-11,8%) presentano ancora forti ritardi. Due attività che hanno il loro cuore pulsante nelle grandi città come Milano e Roma, che perdono rispettivamente il 3,1% e il 2,1%. La Campania si distingue per i risultati positivi conseguiti, con Avellino (+2,7%), Benevento (+1,8%), Caserta (+1,7%) e Salerno (0,8%).
Nel confronto sono i territori caratterizzati da una modesta dimensione imprenditoriale per numero di addetti ad essersi avvicinati di più al valore aggiunto (-0,6%), rispetto a quelli dove le imprese sono mediamente più grandi (- 1,6%). Proprio questi ultimi sono infatti stati i più colpiti dalla crisi nel 2023 (-7,6% contro il -6,0% delle province con imprese mediamente più piccole). E il forte rimbalzo delle province con una dimensione di impresa più grande (+6,5% rispetto al 2022 contro il 5,7% delle altre), non è riuscito ancora a compensare le gravi perdite subite.
Vola il valore aggiunto di Enna (+2,9%), ma Milano resta al top per reddito pro-capite E’ Enna a registrare incrementi maggiori di valore aggiunto prodotto nel 2023 (+2,9%), seguita da Avellino (+2,7%), Benevento, Caserta e Ragusa (+2,2% per tutte e tre le province). Ma Milano e Bolzano si confermano ai primi due posti per reddito prodotto per abitante, rispettivamente 49.332 euro e 40.817, mentre Bologna (37.276) scalza dal terzo posto Firenze (37.237). Terni è la provincia che scala il maggiore numero di posizioni nella classifica del valore aggiunto pro-capite, passando dal 70esimo al 62esimo posto. In rimonta anche Avellino e Lecco che recuperano quattro ranghi collocandosi rispettivamente all’86esimo e al 27esimo posto.
Comuni
Basiglio si conferma il Comune più ricco d’Italia. Nel Comune dell’hinterland milanese il reddito medio pro capite imponibile pro-capite è 45.645 euro: resta il più alto in Italia.
I Comuni più ricchi
Tra i primi 10 Comuni per reddito imponibile pro-capite (è il rapporto tra l’ammontare di reddito imponibile totale del Comune e il numero di contribuenti) 6 sono lombardi: Comuni dove l’F24 compilabile è davvero pesantissimo. Siamo ai 45mila euro a persona e siamo lontanissimi dalla mediana nel reddito imponibile di tutti i Comuni italiani, 17.680 euro. Come si può vedere dal grafico in alto, in seconda posizione (l’anno scorso era terzo) troviamo Lajatico, il Comune della provincia di Pisa nel quale vive il cantante Andrea Bocelli, con 45.080 euro di reddito medio pro capite. Vicinissimo Cusago (Milano), in terza posizione 45.033. Staccato di alcune migliaia di euro troviamo Tremezzina (Comune della provincia di Como) con 38.081 euro. Parliamo di Comuni di piccole dimensioni e questo rende ancora più significativo il dato che riguarda Milano: la città è 11° in Italia per reddito pro capite con 32.382 euro. Qui sotto puoi digitare il nome del tuo Comune, o di quello che ti interessa, nella barra di ricerca e vedere a quanto ammonta il reddito imponibile pro capite.
La classifica dei Comuni più poveri d’Italia
Abbiamo analizzato anche i Comuni con i redditi Irpef più bassi: la classifica la possiamo vedere nel grafico in basso. L’ultimo della classifica è Cavargna, in provincia di Como, con 5.800 euro di reddito medio pro capite imponibile. Il penultimo è Val Rezzo, poco distante. Per questi due casi, però, si devono segnalare il bassissimo numero di abitanti (Cavargna ne ha 214) e la vicinanza con il confine svizzero. I redditi dei frontalieri, infatti, non sono conteggiati in questa classifica.
Anche i Comuni in terzultima e in quartultima posizione sono molto vicini al confine con la Svizzera, anche se sono in Piemonte (nella provincia di Verbano-Cusio-Ossola): sono Valle Canobina e Gurro. Per trovare, invece, il Comune più povero d’Italia – senza considerare l’incidenza dei frontalieri – dobbiamo andare in Sicilia, a Mazzarrone, Comune di 4mila abitanti in provincia di Catania.