Nel 2022 si stima una crescita congiunturale delle esportazioni per il Nord-ovest (+4,6%) e il Nord-est (+2,0%), un lieve calo per il Centro (-0,3%) e una flessione più ampia per il Sud e Isole (-1,1%). Lo rileva l’indagine congiunturale pubblicata dall’Istat.
Si registra una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le esportazioni (+2,7%) che per le importazioni (+1,7%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento delle vendite verso entrambe le aree, Ue (+2,4%) ed extra Ue (+2,9%).
Nel 2022, rispetto al 2021, l’export cresce dell’1,9%, l’import del 4,5%.
L’export aumenta su base annua del 16,8%; la crescita è più sostenuta verso l’area Ue (+19,9%) rispetto ai mercati extra Ue (+13,4%). L’import registra un incremento tendenziale più marcato (+27,9%), che coinvolge sia l’area Ue (+21,6%) sia, in misura molto più ampia, l’area extra Ue (+37,8%).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: prodotti petroliferi raffinati (+197,9%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+19,8%), sostanze e prodotti chimici (+24,1%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+15,8%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+6,9%) e articoli di abbigliamento, anche in pelle e in pelliccia (+26,5%). Diminuiscono le vendite di autoveicoli (-13,4%) e, in misura lieve, di computer, apparecchi elettronici e ottici (-0,1%) .
Nel tempo l’export mostra una crescita su base annua molto sostenuta e diffusa a livello territoriale: l’aumento delle vendite all’estero è particolarmente elevato per le Isole (+34,5%), intorno alla media nazionale per il Nord-ovest (+21,7%) e il Nord-est (+20,2%), relativamente più contenuto per il Centro (+17,3%) e il Sud (+10,2%).
Nei primi mesi dell’anno, l’incremento tendenziale dell’export interessa tutte le regioni italiane a eccezione della Basilicata (-6,5%) ed è più marcato per Sardegna (+53,6%), Calabria (+32,5%), Friuli- Venezia Giulia (+31,0%). La performance positiva della Lombardia (+21,3%) fornisce il contributo più elevato alla crescita su base annua dell’export nazionale (5,6 punti percentuali).
Nello stesso periodo, l’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo da Lombardia, Veneto e Lazio e di macchinari e apparecchi n.c.a. da Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte spiega per 4,2 punti percentuali la crescita dell’export nazionale. All’opposto, la contrazione dell’export di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Lazio, Marche, Veneto, Liguria e Lombardia fornisce un contributo negativo di 0,8 punti alla variazione delle esportazioni.
La crescita tendenziale delle esportazioni (+18,4%) è dovuta in particolare all’aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+27,3%), macchinari e apparecchi n.c.a. (+15,6%), prodotti petroliferi raffinati (+69,2%), sostanze e prodotti chimici (+18,7%) e mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+20,7%).
La stima del saldo commerciale a novembre 2021 è pari a +4.163 milioni di euro (era +6.864 a novembre 2020). Al netto dei prodotti energetici il saldo è pari a +8.156 milioni (era +8.497 a novembre dello scorso anno).
Nei primi mesi del 2022, i contributi maggiori alla crescita tendenziale dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite della Lombardia verso Germania (+23,4%), Francia (+22,8%) e Spagna (29,2%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+59,5%) e dell’Emilia-Romagna verso Germania (+22,0%), Stati Uniti (+29,5%) e Francia (+22,1%). Per contro, apporti negativi provengono dalla diminuzione delle esportazioni del Lazio verso Stati Uniti (-36,2%), Russia (-49,3%), Turchia (-43,4%) e Romania (-47,0%) e della Basilicata verso gli Stati Uniti (-46,4%).
Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono Germania (con un aumento del 17,3%), Stati Uniti (+24,4%), Paesi Bassi (+49,2%), Spagna (+21,8%), Francia (+10,0%) e Belgio (+30,7%). Sono in calo le vendite verso Svizzera (-5,7%), Regno Unito (-2,7%), Cina (-3,6%) e paesi ASEAN (-6,8%).
L’analisi provinciale dell’export mostra performance positive per quasi tutte le province italiane: i contributi positivi più elevati si rilevano per Milano, Torino, Brescia, Firenze, Roma, Vicenza e Bergamo. Si segnalano le dinamiche negative di Latina, Ascoli Piceno, Rovigo e Potenza.