Sono 17 le Regioni con una valutazione positiva rispetto ai livelli essenziali di assistenza (Lea), secondo i risultati definitivi della Griglia Lea 2022 pubblicati dal ministero della Salute. Risultati che, c’è da scommetterlo, non stupiranno i diretti interessati: i cittadini, infatti, sono i primi a rendersi conto dello stato di salute della sanità regionale.
Quando andiamo a vedere la classifica, si confermano in testa Veneto, Toscana ed Emilia Romagna, storiche ‘prime della classe’. Male, sul fronte delle cure, la Calabria, con un punteggio “molto basso e in peggioramento rispetto all’anno precedente“.
Le Regioni, per poter accedere al maggior finanziamento del Servizio sanitario nazionale (la quota premiale), sono tenute a una serie di adempimenti. Quelle sottoposte alla verifica di tali adempimenti sono le Regioni ordinarie e la Sicilia (sono escluse la Valle d’Aosta, le due Province Autonome di Bolzano e Trento, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna).
In base all’ultimo report pubblicato, 10 regioni raggiungono un punteggio superiore a 200: Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Umbria, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Lazio.
Le altre 7 Regioni promosse hanno un punteggio compreso tra 200 e 160, considerato il livello minimo accettabile: Puglia, Piemonte, Provincia Autonoma di Trento, Sicilia, Basilicata, Campania e Valle d’Aosta.
Molise e Calabria (oltre a Sardegna e PA di Bolzano), si caratterizzano invece per punteggi inferiori a 160. Qui c’è dunque un problema serio di accesso alle cure.
Nel 2022, complessivamente, “risultano adempienti la maggior parte delle Regioni, a esclusione di Molise e Calabria, che si collocano nella classe ‘inadempiente’. Tali regioni, che sono sottoposte ai Piani di rientro, dovranno superare le criticita’ rilevate su alcune aree dell’assistenza, tra cui quelle degli screening, della prevenzione veterinaria, dell’assistenza agli anziani e ai disabili. In particolar modo, per la regione Calabria, il punteggio molto basso e in peggioramento rispetto all’anno precedente e’ dovuto all’insufficienza della qualita’ e copertura dei flussi informativi”.