Il Fondo Monetario Internazionale ha calcolato il Pil mondiale che raggiunge la cifra di 94mila e 940 miliardi di dollari, in crescita del 5,9% rispetto al 2021.
Il Prodotto Interno Lordo è l’indicatore che più di altri rende palese la disuguaglianza presente nell’economia mondiale. Due delle principali regioni del globo da sole producono più di metà del Pil. Si tratta del Nord America e dell’Est Asia, rispettivamente con 26 mila e 348 e 24 mila e 960 miliardi di dollari. Questo è dovuto naturalmente alla presenza in questo gruppo dei tre Paesi più ricchi, gli Stati Uniti, il cui Pil è di 22.940 miliardi, la Cina, che arriva a 16.860 e il Giappone, con 5.100.
Poco sotto i 20 mila dollari è poi la regione dell’Europa Occidentale, in cui si trovano i Paesi guida della Ue e 4 dei membri del G7, ovvero Germania, Regno Unito, Francia e Italia. E il cui Prodotto Interno Lordo è rispettivamente di 4.230, 3.110, 2.940 e 2.120 miliardi. Tra le nazioni del mondo nella classifica del Pil per il 2022 queste ultime sono al quarto, quinto, settimo e ottavo posto. In mezzo, al sesto posto, si è incuneato però un Paese emergente, l’India, che quest’anno dovrebbe giungere a un Prodotto Interno Lordo di 2.950 miliardi di dollari, superando di un soffio la Francia.
E l’Asia del Sud la quarta regione del mondo più ricca. Qui India, appunto, assieme a Sri Lanka, Pakistan, Bangladesh, Nepal producono nel 2022 una ricchezza del valore di 3.723 miliardi. Nell’Asia orientale poi oltre a Cina e Giappone vi è anche la Corea del Sud, che come Paese è al decimo posto mondiale con 1.820 miliardi, mentre in Nordamerica, assieme agli Usa si contano anche il Canada, nono globalmente, e il Messico, 15esimo.
Nell’Europa Occidentale Germania, Regno Unito, Francia e Italia sono poi affiancate dalla Spagna, 14esima con 1.440 miliardi. Tornando alle macro-regioni in quinta posizione segue con 3.523 miliardi il Medio Oriente, con 3.330 il Sud Est Asiatico, e con 3.244 il Sudamerica.
In queste aree del mondo, che pure insieme non riescono a generare un Pil pari a quello delle superpotenze economiche vi sono però realtà emergenti destinate ad occupare un ruolo più centrale in futuro. Come il Brasile, dodicesimo nel ranking globale, con 1.650 miliardi, all’incirca alla pari con una vecchia gloria come la Russia. E l’Indonesia, 16esima con 1.150 miliardi. Nel ristretto club dei Paesi con un Pil superiore a un miliardo di dollari, che include solo diciotto nazioni, vi sono poi anche l’Australia, 13esima, con 1’610 miliardi, e infine Iran e Paesi Bassi, a quota 1.080 e 1.010 miliardi.
La classifica del Pil dei Paesi europei
Tra questi diciotto ben sei sono europei. Il Vecchio Continente, seppure più frammentato di altre aree del mondo in cui dominano nazioni con più di 100 milioni di abitanti, rimane un uno dei tre principali poli economici del globo. Dopo i primi quattro, di cui si è detto, vi sono i già citati Spagna e Paesi Bassi. Viene poi la Polonia, con 655,3 miliardi di dollari, la Svezia, con 622,4, e il Belgio, con 581,9. Tra i primi 10 vi è anche l’Irlanda, con 516,3 miliardi. Che supera di 25 miliardi l’Austria.
L’Europa è anche la parte del mondo in cui è posizionato il Lussemburgo, che nonostante i suoi 632 mila abitanti, supera, a livello di Prodotto Interno Lordo, Paesi con decine di milioni di abitanti, come lo Sri Lanka, la Tanzania, la Costa d’Avorio, il Myanmar, il Ghana. Per non parlare di quelli più poveri. Questo perché pro capite il Pil del Granducato è in realtà il più alto al mondo, con più di 122 mila a testa, mentre per esempio quello della Tanzania è solo di 2.863. È per questo che i 58,5 milioni di abitanti del Paese africano anche mettendo insieme i redditi prodotti non arrivano al livello di ricchezza complessiva dei 632 mila lussemburghesi.